Democrazia e State-building nel pensiero politico contemporaneo
Democrazia e State-building nel pensiero politico contemporaneo
In corso
Progetto finanziato dall’Università del Piemonte Orientale (FAR 2017)
Descrizione
Il progetto esamina il dibattito sull’avvicinamento alla democrazia nell’età contemporanea, tanto con riferimento al contesto degli Stati-nazione quanto in relazione alle prospettive sovranazionali delineate dal processo di integrazione europea. Tale scopo è perseguito attraverso la categoria dello “State-building”, certamente applicabile alle vicende degli Stati territoriali e sovrani emersi a partire dalla modernità e giunti al massimo livello di sviluppo nel Novecento, ma utile anche come chiave interpretativa del progetto politico-ideale e istituzionale incarnato dalle Comunità e poi dell’Unione europea. La ricerca avrà in primo luogo un taglio di tipo storico, indagando su alcuni tornanti della storia europea che sono risultati decisivi non solo per la fondazione di nuovi organismi politico-istituzionali (nazionali o sovranazionali), ma anche per la loro connotazione in senso democratico. Di tali fasi è ricostruito attentamente il confronto fra opzioni teoriche e ideali alternative, evidenziando in particolare il ruolo rivestito da quelle propedeutiche alla formazione di un tessuto democratico nella sfera politica e sociale. In secondo luogo, la ricerca si orienta verso la discussione circa potenzialità e limiti della democrazia tra XX e XXI secolo, ponendo l’accento sull’ipotesi che il compimento del percorso di costruzione di un’Europa democratica ed efficiente possa rispondere efficacemente alle contraddizioni e, per molti versi, alla crisi strutturale in cui sembrano avvitarsi alcuni dei principali sistemi democratico-nazionali del mondo occidentale. Anche in questo caso, il progetto mira a ricostruire la dialettica fra sostenitori e critici di un genuino orizzonte democratico sovranazionale, nel più vasto scenario tracciato dalla riflessione sull’aggiornamento di principi e metodi della democrazia liberal-rappresentativa sull’onda delle grandi trasformazioni globali e tecnologiche.
L’asse portante del progetto – gravido di ricadute anche sul piano della discussione pubblica intorno allo stato di salute della democrazia del nostro tempo, specialmente attraverso la rilettura di categorie largamente utilizzate, ma non sempre in modo storicamente e teoricamente fondato (sovranità, nazione, rappresentanza, ecc.) – è declinato lungo tre direttrici principali:
la fondazione dello Stato italiano unitario nell’Ottocento e il dibattito sulla forma che esso avrebbe dovuto assumere. In tale contesto, la ricerca dà conto dell’emergere di istanze democratiche non solo negli ambienti intellettuali di inclinazioni radicali e repubblicane, ma anche nel liberalismo più progressivo, refrattario alle ipoteche moderate e conservatrici. Si potranno così cogliere gli spunti democratizzanti insiti nelle correnti ideali che si richiamavano ai valori del costituzionalismo, dell’autonomismo e della laicità per disegnare un’idea dell’Italia in grado, da un lato, di assicurare il consolidamento del nuovo Stato e, dall’altro, di favorire la sua rapida modernizzazione (economica, ma anche politico-culturale) e la graduale acquisizione di standard democratici e sociali analoghi a quelli dei paesi più avanzati. Rilievo monografico è accordato, in questo senso, alla figura di Urbano Rattazzi;
la rifondazione della Germania dopo la II guerra mondiale e la tragica esperienza del nazionalsocialismo. In questo filone, il progetto muove dall’assodata influenza dei pensatori riconducibili all’Ordoliberalismo, la scuola giuridico-economica animata da insigni studiosi – da Walter Eucken a Franz Böhm –, ma anche la fucina del rinnovato pensiero politico liberale destinato a fecondare il regime democratico della Repubblica Federale nata nel 1949. I caratteri della nuova democrazia tedesca e la posizione che la Bundesrepublik avrebbe dovuto occupare nel quadro europeo e internazionale sono visti soprattutto alla luce degli scritti politici e dell’attività pubblica di Wilhelm Röpke, la cui parabola intellettuale si dipana dall’epoca di Weimar agli anni ’60;
il complesso processo di integrazione dell’Europa avviato nel secondo dopoguerra, con particolare riguardo per i progetti e i contributi che lo intendono esplicitamente nei termini di un cammino indirizzato verso una possibile democrazia sovranazionale. Da questo punto di vista, la ricerca è tesa a sottolineare che l’idea dell’unità europea conserva tuttora le sue ragioni storiche di validità – connesse alla necessità di assicurare la pace fra i popoli e la loro prosperità solidale –, ma ne acquista anche di nuove, a partire dall’esigenza di riproporre (o reinventare) su scala più estesa il modello democratico che a livello nazionale, dopo i fasti novecenteschi, manifesta in misura sempre più palese le proprie carenze.
Pubblicazioni
C. Malandrino e S. Quirico, L’idea di Europa. Storie e prospettive, Roma, Carocci, 2020 (http://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788829000852)